L’impiego del calcestruzzo in condizioni climatiche invernali richiede un approccio tecnico specifico per evitare fenomeni dannosi come il congelamento dell’acqua d’impasto, il ritardo della presa e il mancato sviluppo delle resistenze meccaniche iniziali. Questi effetti, se non adeguatamente gestiti, possono compromettere l’integrità strutturale dell’opera e la durabilità del calcestruzzo nel tempo.
1. Rischi legati al freddo
Durante la stagione invernale (T < 5°C), si verificano fenomeni che impattano negativamente sulla maturazione del calcestruzzo:
| FENOMENO | CONSEGUENZA | 
| Congelamento dell’acqua | Aumento di volume → microfessure interne | 
| Rallentamento dell’idratazione del cemento | Ritardo nella presa e nello sviluppo delle resistenze | 
| Shock termici | Differenze di temperatura → fessurazioni da ritiro termico | 
Il limite critico da non superare è 0°C: sotto questa soglia, l’acqua libera nell’impasto può congelare, causando danni irreversibili alla microstruttura.
2. Requisiti per il getto invernale
2.1 Temperatura del calcestruzzo fresco
- Deve essere ≥ +5°C al momento del getto.
 - Le norme (es. UNI EN 206) raccomandano una temperatura minima per garantire l’attivazione delle reazioni di idratazione.
 
2.2 Temperatura ambiente
- Se prevista una temperatura ambiente < 0°C entro 48 ore dal getto, è necessario adottare misure protettive specifiche.
 
3. Strategie operative per il getto a basse temperature
3.1 Composizione della miscela
- Cemento ad alta reattività: prediligere cementi tipo CEM I o CEM II/A.
 - Rapporto acqua/cemento (w/c) ridotto: ≤ 0,50, per limitare l’acqua libera.
 - Dosaggio di cemento aumentato: migliora il calore di idratazione.
 - Additivi acceleranti o antigelo:
- A base di nitrati, nitriti, formiati.
 - Favoriscono una presa più rapida e riducono il rischio di congelamento precoce.
 
 
3.2 Materiali preriscaldati
- Acqua d’impasto: fino a 60°C.
 - Aggregati: da mantenere asciutti e, se possibile, preriscaldati (>10°C).
 - La temperatura finale dell’impasto deve essere controllata in centrale o in cantiere.
 
4. Protezione del getto
4.1 Sistemi isolanti
- Teli termici, coperte isolanti, pannelli in polistirene.
 - Casseforme coibentate o in materiali a bassa conducibilità termica.
 - Evitare il contatto diretto del calcestruzzo con superfici ghiacciate.
 
4.2 Sistemi riscaldanti (nei casi critici)
- Riscaldamento forzato del cantiere o del getto.
 - Utilizzo di tunnel coperti e riscaldati per elementi strutturali particolarmente esposti.
 
5. Cura e stagionatura
5.1 Fasi critiche
- Le prime 48-72 ore sono fondamentali per lo sviluppo iniziale della resistenza.
 - È necessario mantenere il calcestruzzo a una temperatura ≥ 5°C durante questo periodo.
 
5.2 Disarmo
- Il disarmo delle casseforme può avvenire solo dopo aver verificato che il calcestruzzo abbia raggiunto la resistenza minima specificata (es. Rck ≥ 5 MPa), tramite provini o calcolo della maturità.
 
6. Controlli e documentazione
- Rilievo della temperatura del calcestruzzo fresco al getto (termometro digitale).
 - Registrazione delle temperature ambientali durante la maturazione.
 - Prove su cubetti maturati in condizioni analoghe a quelle di cantiere.
 - Eventuale uso di sensori di maturazione per stimare lo sviluppo delle resistenze in situ.
 
Conclusioni
Per garantire prestazioni ottimali del calcestruzzo in inverno, è essenziale combinare:
- Una progettazione attenta della miscela.
 - L’uso di materiali e additivi adeguati.
 - Un sistema efficace di protezione e stagionatura.
 - Controlli accurati durante tutte le fasi operative.
 
Il rispetto di queste buone pratiche consente di evitare danni strutturali, ridurre i costi di riparazione e assicurare la durabilità delle opere in calcestruzzo armato anche in condizioni climatiche avverse.


